Trattamento delle Vene Varicose

Trattamento delle Vene Varicose

Sono vene che hanno subito una dilatazione e che pertanto non riescono a raccogliere il sangue periferico delle gambe e ad reindirizzarlo verso il cuore.

Per prima cosa è necessaria un’indagine accurata, volta a determinare se la varicosi sia di natura primaria o secondaria. Inoltre è necessario verificare se siano eventualmente interessate vene profonde delle gambe o se siano presenti altri disturbi, ad esempio una patologia renale o cardiaca, anch’essa potenzialmente in grado di provocare accumuli di fluidi nelle gambe.

La diagnosi di varici viene effettuata attraverso una visita specialistica completata con eventuale ecocolordoppler. Questo esame, basato sull’utilizzo degli ultrasuoni, non invasivo, consente di visualizzare le vene fornendo informazioni sulla loro forma e sul flusso sanguigno al loro interno. Questo può comprendere, in funzione dell’estensione e della gravità individuale della patologia, le seguenti misure:

  • Terapia compressiva con l’ausilio di calze compressive medicali
  • Foam sclero terapia delle vene varicose più piccole (mediante schiuma)
  • Sclerotizzazione mediante terapia laser o a onde radio
  • Terapia farmacologica, finalizzata principalmente alla prevenzione delle trombosi (ad es. con pomate contenenti eparina o irudina, che svolgono un’azione anticoagulante)
  • Eventualmente farmaci con azione drenante (diuretici)

L’asportazione delle vene varicose è una procedura lunga, pertanto il soggetto viene di norma sottoposto ad anestesia generale. Tale procedura allevia i sintomi e previene le complicanze, ma lascia cicatrici.

Maggiore è l’estensione della procedura, più tempo passerà prima della formazione di nuove vene varicose. Ad ogni modo, l’asportazione delle vene varicose non elimina la tendenza a svilupparne di nuove.

Foamscleroterapia

L'insufficienza venosa è una patologia molto diffusa presente in una larga fetta di popolazione e si stima che circa il 40% della popolazione adulta si affetta da vari gradi di insufficienza venosa con una prevalenza del sesso femminile su quello maschile 2,3 a 1.

E' una patologia che ha lunghe radici nel tempo infatti anche le civiltà antiche soffrivano di insufficienza venosa e ancora di più la civiltà odierna dove l'uomo ha perso l'abitudine a camminare usando le gambe solo come appoggio e non per fare esercizio fisico. La malattia venosa non è un problema di natura estetica ma aumenta del 50% il rischio di tromboembolismo venoso TEV.

Per curare l'insufficienza venosa ci sono vari strumenti e le varie terapie si dividono in conservative e ablative e le principali sono i trattamenti endovascolari quindi non più lo stripping che rimane una tecnica obsoleta. I trattamenti a radiofrequenza e laser sono indicati per i grossi tronchi safenici.

La più indicata terapia endovascolare si basa sullo stesso principio di "irritare" l'endotelio con un mezzo chimico anzichè con la radiofrequenza. Si chiama "Foamscleroterapia delle varici" che trova come indicazione principale assoluta per le varici extrasafeniche (le varici tortuose) fino ad arrivare ai capillari. Tra i trattamenti conservativi c'è l'elastocompressione.

Quando dobbiamo trattare una varice in territorio safenico anteriore di solito la maggior parte dei casi nelle struttura pubbliche si opta per un intervento chirurgico "lo stripping". Non tutte le varici si possono trattare con la foam infatti ci sono delle indicazioni ben precise che fanno si di catalogare per bene quali percorsi di trattamento seguire per ogni caso specifico.

In Italia si continua a trattare le vene varicose con lo stripping ma come succede per molte tecniche chirurgiche con il tempo diventano obsolete. Infatti le tecniche nuove devono migliorare la salute del paziente e rendere l'intervento meno invasivo possibile. 

Nel mondo si è consolidato l'uso della "foamscleroterapia" la quale è nata a cavallo tra il 1997/98 e la suo lozione ci consente di sclerotizzare vene più voluminose con un dosaggio farmacologico molto inferiore rispetto ai primi tempi di sperimentazione. La tecnica è stata perfezionata da tre dottori Italiani Dott. Frullini, Dott. Cavezzi, Dott.Tessori, tre pionieri flebologi che hanno messo a punto la tecnica della schiuma e quella dell'inoculazione in vena.

Paradossalmente è usata in tutto il mondo questa tecnica meno che in Italia o meglio pochi professionisti del settore la utilizzano. In Italia facciamo ricorso alla chirurgia perchè lo stato la rimborsa, instaurando un meccanismo per cui la struttura sanitaria pubblica è ferma ancora alla vecchia tecnica dello stripping altamente costosa rispetto alla sclerotizzazione delle varici.

Considerando che un intervento di questo tipo ti ferma a casa per circa cinque giorni, le terapie endovascolari come ad esempio radioferequenza, laser terapia e foamscleroterapia ti permetto di recuperare in tempi più stretti, ma l'unica dal recupero immediato è la foam.

Qui sotto annotiamo le differenze tra le terapie laser, radiofrequenza e foamscleroterapia:

La laser terapia consiste nell'introduzione di una sonda che spara il laser nella vena essendo doloroso necessita di anestesia periferica quasi locale e la ripresa si ha dopo circa 3/4 giorni. Per la foamscleroterapia la ripresa è immediata

Quando utilizzare la foamscleroterapia?

La scleroterapia si utilizza ad esempio quando un paziente rientra nei seguenti criteri. Le safene antieriori ossia i tronchi safenici di coscia sono escluse dalla foam e meno che non sono di diametro inferiore a 1,2 cm e oltre a questa misura sui tronchi safenici rettilinei c'è una inidcazione molto più puntuale ossia siccome sono troppo grandi di diametro richiederebbe una quantità di schiuma troppo eccessiva.

Per queste tipologie di vene è più indicata la laser terapia. Per tutte le altre forme comprese le varici tortuose e non rettilinee l'indicazione assoluta è la foamscleroterapia, anche perchè la sonda laser dentro le curve delle varici non riescono ad entrare.

 Ma se chiudiamo la vena il sangue dove circola?

Da tenere presente che andiamo ad operare su una vene che non funziona quindi o và trattata chirurgicamente o con trattamenti endovascolari. Le vene superficiali nelle quali si distingue la famosa safena non sono vene principali dell'arto inferiore infatti sangue nell'arto inferiore fluisce dalla safena anteriore, posteriore e collaterale tra sportando solo il 5% del sangue. Quindi se andiamo ad agire su una vena con la foamscleroterapia chiudiamo per sempre la vena ed il suo sangue automaticamente fluisce sulla vena sana.

La schiuma utilizzata è solo un stato fisico del farmaco sclerotropico, reversibile dopo pochi minuti alla stato liquido per poi essere eliminato dall'organismo dopo poche ore per via urinaria. La schiuma è una miscela è solo una miscela di liquido terapeutico più aria (ambiente igenizzata) che viene filtrata attraverso uno specifico filtro.

La scleroterapia è pericolosa? 

Non è pericolosa non dà effetti collaterali sistemici se usata su pazienti ovviamente selezionati, perchè come tutti i trattamenti ha delle controindicazioni. Se un paziente è in uno stato oncologico ovviamente non si può fare, se un paziente ha un'infiammazione acuta in corso, se ha un'infezione o un'infiammazione cronica etc.

La scleroterapia è nata per trattare quei pazienti per il quale l'intervento chirurgico sarebbe stato utile. Nel video sottostante possiamo vedere come la scleroterapia sia rapida ed indolore. Infatti l'unico fastidio che si può percepire (solo per pochi) è l'introduzione dell'ago nella vena che essendo addirittura più sottile di un ago da insulina dovrebbe essere impercettibile. Le nuove sostanze utilizzate per questa terapia sono indolore a differenza delle prime terapie pionieristiche perchè venivano usate sostanze iodate che provocavano dolore e bruciavano.

Nulla di tutto ciò accade ed essendoci la schiuma la sostanza è più diluita il dolore è assente e infatti non viene utilizzata nessuna anestesia. Nel video possiamo vedere come la schiuma magicamente fà sparire la vena facendo rimanre meravigliati i pazienti. Dopo questo primo step la vena riceve un "insulto" al fine di ottenere una chiusura dovuta ad una azione infiammatoria controllata, dopo di che si fà un bendaggio particolare ed infine vengono prescritti farmaci naturali per il decorso terapeutico.

Il periodo più indicato per intervenire con la foamscleroterapia è dall'autunno alla primavera, perchè con il freddo a differenza dei periodi più caldi si ha una vasocostrizione delle vene che ci aiuta nel trattamento delal superficie mantenendola costretta e compressa.

Le calze elastocompressive

L'elastocompressione agisce sull'insufficienza valvolare e di parete dovuta allo sfiancamento, infatti questo principio conservativo va a contrastare la dilatazione della vena e migliora notevolmente alcuni stati patologici di insufficienza venosa. Ma laddove non c'è patologia va ad operare una fondamentale opera di "prevenzione".

E' proprio in estate che queste particolari calze sono indicate, infatti vanno a contrastare l'effetto vaso dilatatore del calore perchè essendo un periodo molto caldo contrastano l'effetto di vasodilatazione dovuto al calore. Purtroppo molti pazienti d'estate non le utilizzano perchè scomode e troppo invasive per il caldo ma non sanno che è proprio in estate che alcune forme di insufficienza venosa anche se lieve possono peggiorare!

Una calza elastocompressiva fornisce una maggiore compressione dal basso verso l'alto per far defluire il sangue in maniera corretta nell'arto interessato. Comprimento e stringendo, la calza ritonifica la valvola venosa laddove presente e permette al flusso di muoversi in maniera corretta.

Il sangue profondo ha una temperatura di 38°C mentre la superficie corporea ha una temperatura di 37°C. Se il sangue profondo quindi caldo, lo facciamo arrivare in superficie ad esempio su un arto la gamba, essa tenderà a riscaldarsi e gonfiarsi. Utilizzando calze terapeutiche di giusta compressione (preventive o curative), si respinge questo flusso di sangue caldo verso l'interno mantenendo la cute ad una temperatura più fresca.

Le tipologie di calze elastomeriche sono tre: preventive, terapeutiche, anti trombo.

Lo spartiacque è tra le calze terapeutiche e quelle preventive infatti c'è una sostanziale differenza d'uso. Quest'ultime sono indicate per le persone che non hanno una sufficienza venosa manifesta ma svolgono un lavoro di supporto per quelle persone che hanno un stazionamento eretto per più della metà delle ore lavorative, esponendole ad un rischio maggiore di dilatazione venosa.

Le calze "terapeutiche" sono curative e quindi considerate alla stregua di una terapia medica. Sono calze classificate su quattro gradi di efficienza, a seconda della compressione che hanno alla caviglia e devono essere prescritte da un medico come fosse una medicina.

I primi due gradi sono indicati per insufficienza venosa superficiale quindi delle safene. Quando l'insufficienza venosa interessa il circolo profondo bisogna prescrivere almeno una terza classe di compressione. Di solito (le donne) sono abituate a misurare le calze in denari ossia la capacità più o meno coprente della calza.

L'efficienza di compressione della calza inizia dalla caviglia e termina al terzo superiore di coscia. Si utilizza nell' 80% dei casi il gambaletto che dal punto di vista terapeutico agisce sulle vene del polpaccio e quelle dietro al ginocchio dette poplitea profonda o perforanti di gamba. Nei restanti 20% dei casi si utilizza il monocollant per le trombosi delle vene prossimali "quelle di coscia".

Una percentuale del 25% al 50% di calze prescritte non vengono indossate per l'elevata compressione per difficoltà legate all'età avanzata, difficoltà motorie e di non autosufficienza.

Molte persone fisicamente non sono in grado di indossarle a causa di una elevata compressione. Esistono in commercio alcuni sistemi che aiutano l'inserimento dell'arto ma non ancora in maniera agevole come si dovrebbe soprattutto per le persone anziane.

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