Le vene varicose influiscono sul buon funzionamento del sistema safenico, il sistema venoso superficiale che drena il sangue dalle gambe al cuore, causando il reflusso di sangue nei tessuti con conseguente dilatazione venosa.
Questo si verifica perché la forza di gravità spinge il sangue a fermarsi nei tessuti posti più in basso. Con il passare del tempo le vene varicose possono favorire, oltre a problemi estetici (le varici appaiono in rilievo e dall'andamento tortuoso), l'insorgenza di diverse complicazioni come trombosi, flebiti o insufficienza venosa cronica.
L'insufficienza venosa è una patologia molto diffusa presente in una larga fetta di popolazione e si stima che circa il 40% della popolazione adulta, sia affetta da vari gradi di insufficienza venosa con una percentuale prevalente del sesso femminile su quello maschile di 2,3 a 1.
E' una patologia che ha lunghe radici nel tempo infatti anche le civiltà antiche si curavano per insufficienza venosa e ancora più nella civiltà odierna dove l'uomo ha perso l'abitudine a camminare ed usa le gambe solo per appoggiarle e non per camminare e/o correre facendo attività fisica.
La malattia venosa non è un problema di natura estetica ma fa aumentare del 50% il rischio tromboembolismo venoso TEV. Per curare l'insufficienza venosa ci sono vari strumenti e le varie terapie si dividono in conservative e abaltive (togliere). Lo stripping ossia la rimozione della vena è diventato obsoleto e si trova al 4° posto tra le varie tecniche, mentre la radio frequenza e il laser sono utilizzate per i grossi tronchi safenici.
La più innovativa ed efficace forma di terapia endovascolare si basa sullo stesso principio di "irritare" l'endotelio con un mezzo chimico anzichè con la radiofrequenza. Si chiama "Foamscleroterapia" delle varici che trova come indicazione principale ed assoluta le varici extrasafeniche (le varici tortuose) fino ad arrivare ai capillari. Tra i trattamenti conservativi c'è "l'elastocompressione" un capo saldo della terapia flebologica.